Incurante dei miei no ,scese in pista….
Una,due ,tre volte…
Riemergevano in quegli istanti momenti vissuti con travaglio e pazienza.
Allora vigeva la legge dell’ amore che tutto consente di sopportare…
Alla terza,scesi dall’abitacolo ,andando incontro ad un cucciolo che mi guardava con occhi stupiti
Eravamo in un porticciolo che la sera rendeva ancora piu’ triste.Mi avvicinai alla piccola e impaurita creatura.Lo baciai e lui leccando le mie lacrime capi’ che ero abbattuta e sconfitta
Non so quanta strada avrebbe fatto il piccino :le sue condizioni non erano delle migliori;cosi’ ,senza alcun pudore per chi osservava la scena ,mi sedetti a terra ,cominciando a ispezionare il corpicino tenero e adesso,arrendevole alle mie mani .
Gli tolsi diverse zecche.L’uomo che era con me, aveva a suo modo unao di quei parassiti….ma non se ne era reso mai conto.
Scorsi una piccola ferita ben nascosta tra nel suo folto pelo.Era l’ inizio di una malattia :copiosamente aumentarono le mie lacrime :esistevamo solo io e il cucciolo che della vita non aveva assaporato il meglio.
Dalle barche giungeva un vociare indifferente;l’odio verso tutti aumentava a dismisura.
Baciata la creatura,mi diressi decisa verso l’auto.Lui ,non mi segui’,sapeva gia’ che non avrei potuto portarlo con me.Si accuccio’ pensieroso.
Lascia che quella serata mi scorresse addosso,dimenticando il male di un’esperienza senza senso.
A volte anche l’amore si arrende, perchè dice “basta”…Triste ricordo eh Emma cara? Grazie del saluto, mi hai trovata pure su splinder 🙂 hai anche tu un blog li x caso e non lo sò??) No cerco di non scappare, anche se la “convivenza” qui dentro si stà rendendo insopportabile.Un abbraccio grande, sentiamoci più spesso…Ros